Meno di un farmacista su sei utilizza oggi l’AI per comunicare con i pazienti, ma quasi due su tre la vedono come una risorsa per personalizzare servizi e consiglio. E ancora: oltre l’80% la ritiene utile per rispondere con rapidità alle richieste dei clienti, e una quota analoga pensa che possa aiutare a prevenire le rotture di stock. Sono alcuni dei dati più significativi emersi dal sondaggio condotto nella primavera scorsa da Cgm Italia con l’obiettivo di esplorare il loro atteggiamento nei confronti dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie digitali.
Le aspettative sono elevate: oltre il 70% del campione vede con favore l’introduzione di assistenti virtuali per automatizzare la risposta alle richieste telefoniche o via WhatsApp, il 75% si dichiara favorevole all’impiego dell’AI per automatizzare ordini e riordini, mentre più dell’84% ne apprezza il contributo alla gestione delle scorte. Non mancano tuttavia ostacoli e resistenze. Il 44% dei farmacisti individua nella scarsa conoscenza delle tecnologie disponibili la principale barriera alla diffusione dell’intelligenza artificiale, seguita dai costi (31%) e dalla mancanza di tempo per valutarne l’implementazione (11%). Nonostante ciò, la propensione all’adozione resta elevata: il 55% si dice pronto a integrare l’AI nella propria farmacia e il 66% si dichiara disposto a investire in soluzioni digitali per migliorare le operazioni quotidiane.
Sui risultati della survey tornano in un’intervista a Pharmacy Scanner Emanuele Mugnani, managing director di Cgm Italia, e Alessandro Avezza, vicepresidente area Business Area & Country Manager. Il primo ha sottolineato come l’intelligenza artificiale stia già rivoluzionando la gestione del magazzino in farmacia: «L’AI ha portato un cambiamento epocale nella capacità di gestire lo stock e gli ordini in modo molto più preciso e tempestivo» ha detto in particolare Mugnani. «Esistevano già strumenti statistici, ma oggi i nostri sistemi permettono analisi avanzate su dati storici, previsioni future e trend, per ottimizzare le scorte e pianificare i riordini in modo intelligente».
Alessandro Avezza ha invece posto l’accento sul valore dell’AI nella relazione con il cliente: «L’intelligenza artificiale è un potenziatore della professionalità del farmacista» ha dichiarato. «Lo libera dalle attività ripetitive per consentirgli di concentrarsi sul paziente e sulla relazione». Un esempio concreto è Stella, l’agente virtuale recentemente sviluppato da CGM: «Supporta il farmacista al banco, interrogando i foglietti illustrativi o gli RCP dei farmaci, oppure supportando nella prescrizione degli ordini». Il tutto, ha concluso Avezza, senza mai sostituire il ruolo centrale del professionista: «L’AI è un aiutante, la responsabilità e la relazione restano nelle mani del farmacista».
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