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Mirone (Federfarma Servizi): sullo 0,65% distributori e industria cessino i contenziosi e cerchino una convergenza

L’industria seppellisca l’ascia di guerra e sieda al tavolo con farmacie e grossisti per elaborare e presentare al Governo un pacchetto di richieste che facciano l’interesse di tutti gli attori della filiera. È la proposta che arriva da Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, con l’esplicito proposito di superare lo stallo che dall’inizio dell’anno impedisce ai distributori di intascare dalle aziende genericiste lo 0,65% di extramargine concesso dalla Legge di bilancio (commi 324 e 325).

Breve riassunto delle puntate precedenti: a dicembre la Manovra per il 2025 aveva rivisto le spettanze della filiera riducendo dal 66,65% al 66% la quota dell’industria e alzando dal 3 al 3,65% quella dei distributori. Dopo lunghe discussioni sul reale spirito della disposizione (scritta in modo non proprio perfetta dal legislatore), a maggio alcuni produttori di off patent avevano impugnato i due commi davanti al Tar, con la tesi che sui generici lo 0,65% non è dovuto, perché risulta di fatto assorbito da quella quota dell’8% riservata dal decreto Abruzzo (dl 39/2009) alla contrattazione commerciale tra distributori e farmacie.

A metà giugno il Tar ha fissato la trattazione nel merito al 13 gennaio. In altri termini, fino all’inizio del nuovo anno i grossisti non riusciranno a intascare dagli equivalenti che distribuiscono un euro di extramargine. E intanto, l’analisi dei bilanci 2024 delle aziende del comparto rivela che la sostenibilità complessiva non migliora, anzi.

Presidente Mirone, le aziende della distribuzione non potranno vedere tutti i benefici della norma sullo 0,65% fino a gennaio, e se il Tar Lazio darà ragione all’industria nemmeno dopo. Qual è allora il patto che proponete ai genericisti?
Alla base c’è una constatazione: con un Governo che mostra attenzione particolare per il mondo della farmacia e un farmacista nella carica di sottosegretario alla Salute, questa è un’occasione straordinaria per stabilizzare e riformare la filiera. L’invito che rivolgo ai produttori allora, è di mettere da parte i contenziosi che sullo 0.65% si sono generati nei mesi scorsi e cogliere l’opportunità per concertare a livello di filiera un pacchetto di interventi che vadano a incidere sui problemi di ciascuno.

Per esempio?
Sappiamo che tra le preoccupazioni dell’industria c’è quella di preservare la produzione di principi attivi che, a forza di ribassi e sconti nelle gare di acquisto, le aziende fanno sempre più fatica a produrre; il problema numero uno della distribuzione è quello di rappresentare oggi l’anello più debole della filiera; alla farmacia invece preme preservare il proprio ruolo di presidio territoriale, in particolare dalle minacce dell’home delivery.

Insomma, tutti per uno e uno per tutti…
Io dico che dobbiamo approfittare di questo particolare momento per sederci e ragionare assieme nell’interesse di tutti: noi da tempo parliamo di emergenza per il mondo della distribuzione, ma è vero che il destino di ogni soggetto della filiera è incatenato a quelli degli altri. Siamo tutti reciprocamente indispensabili.

Ma a voi in pratica cosa interessa, l’applicazione integrale della norma sullo 0,65%?
No, ci sono anche altri temi. Per esempio, vorremmo mettere sul piatto anche il tema degli ordini diretti, che non solo scavalcano il distributore ma – a nostro parere – fanno in prospettiva il gioco delle grandi catene, che con i loro Ce.di lavorano sui grandi numeri.

Quindi il vostro obiettivo di fondo qual è?
In sintesi, ripristinare la sostenibilità del comparto, magari con il recupero di risorse che oggi si dirigono altrove.

Però oltre al tema della sostenibilità, quando si parla di distributori c’è anche un tema di credibilità: lamentano margini ridotti all’osso, ma sono disposti agli sconti più sfrenati pur di accaparrarsi un ordine in più dalle farmacie…
Sì, è vero, abbiamo le nostre colpe. Ma è anche vero che questo è ciò che il mercato chiede e tutto discende da debolezze del comparto che sono di vecchia data. Le concentrazioni in atto tra le aziende della distribuzione, tuttavia, fanno sperare che nel tempo lo scenario possa cambiare. E intanto, resta il problema: senza la distribuzione intermedia che rifornisce ogni giorno anche negli angoli più remoti del Paese, la prossimità delle farmacie sarebbe solo una scatola vuota.

Parlerete di questo anche alla Convention 2025 di Federfarma.co e Federfarma Servizi, in programma a Bari il 4-5 novembre?
Certamente. Sarà un’ottima occasione per parlare di collaborazione di filiera e di futuro della distribuzione. E – vista la sede – per ringraziare il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, di ciò che sta facendo per la farmacia.

 

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